Not
in my name - non nel mio nome, e non nel nome dell’Islam - è una campagna
lanciata nel settembre del 2014 che ha rapidamente fatto il giro del mondo.
Musulmani di ogni parte di Europa si sono mobilitati per esprimere la loro
dissociazione e la condanna nei confronti dello Stato Islamico, responsabile di
agire nel nome dell'Islam, violandone i principi. Da allora si sono svolte
manifestazioni nelle piazze e iniziative in Rete che si sono contrapposte alla
propaganda dei miliziani dell'Isis-Daesh, che diffondono immagini di morte e
terrore. Voi siete per la vita, noi siamo per la morte, diceva Osama Bin Laden.
L'associazione britannica Active Change, una fondazione che si impegna a
promuovere l'integrazione e la solidarietà sociale al fine di prevenire
qualsiasi forma di intolleranza e di estremismo violento, ha raccolto in un
video (clikka qui) i messaggi di giovani musulmani, che possono essere
sintetizzati in questa affermazione: "Basta uccidere innocenti in nome
mio". È stato anche lanciato l'hashtag #NotInMyName che ha avuto un
considerevole successo. I giovani musulmani, stanchi dell'odio fondamentalista
del Califfato e della sua propaganda nei social media, hanno voluto ricordare
che l'Islam insegna il rispetto, la pace, la comprensione, e va difeso
dall'estremismo e dal fanatismo. In altri termini l’Islam non coincide
con chi pratica il ricorso alla violenza come strumento di affermazione
di una malintesa fede religiosa. La campagna è uno strumento particolarmente
importante perché la guerra con l'Isis, prima di essere militare, è politica e
culturale. In altri termini il Califfato ha saccheggiato il patrimonio
dell'Islam per darsi una copertura ideologica, per trasformare l'odio e la
violenza in jihad, per ridurre tutta la religione musulmana in Salafismo. È
necessario ristabilire le distanze fra Islam e Isis, anche stimolando un
dibattito all'interno del mondo musulmano per chiarire la vera natura dell'Islam
e smascherare quelle ideologie che affermano di incarnarne l'autenticità. Il
più grande vantaggio che l'Occidente può dare al terrorismo è quello di
trasformare lo scontro con l'Isis in una guerra di religione.
Il
video Not in my name-Muslims against Isis è su Youtube. Puoi vederlo
clikkando qui. Roberto Rapaccini