L'intesa
con l'Iran sul nucleare è un grande successo per la sicurezza del Medio
Oriente. Ora l'accordo ha una valenza statica; per la sua efficacia è
necessario che sia fissato il suo aspetto dinamico, la sua attuazione, ovvero,
in pratica, le modalità e i tempi dei controlli e della fine delle sanzioni.
L'Iran voltando pagina sta progressivamente avvicinandosi all'Occidente.
Probabilmente in futuro la Repubblica Islamica sarà un prezioso alleato per il
contrasto dell'Isis, anche in relazione ad un atteggiamento delle potenze arabe
sunnite non chiaro e ambiguo sulla questione della condanna della Stato
Islamico. Netanyahu ha manifestato la sua avversione. È comprensibile il suo
atteggiamento, seppur non condivisibile: in questi anni spesso la pace è stata
assicurata con la forza e la minaccia. E l'intesa con l'Iran gli sembra una
pericolosa debolezza e una concessione fatta al nemico. Ma anche Israele, pur
rimanendo come sua priorità la sua pacifica ed incontestata esistenza, dovrebbe
avere il coraggio di voltare pagina, abbandonando posizioni preconcette e ormai
desuete. Netanyahu, se persiste con le sue rigidità, rischia l'isolamento
internazionale. E questo sarebbe un grave danno per tutti. Non si deve
dimenticare che Israele, come ha detto Amos Oz, è un Paese che nasce dai sogni
e dalla speranza. Roberto Rapaccini