RASSEGNA STAMPA S.

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PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

mercoledì 7 giugno 2023

LE ELEZIONI IN NIGERIA E BOKO HARAM (1-4-2015)

 


Si sono concluse con la proclamazione della vittoria del leader dell'opposizione le elezioni presidenziali in Nigeria. In proposito, può considerarsi positivamente l'esito di queste consultazioni; non mi riferisco alla scelta di Buhari come capo dello Stato, in quanto non credo che con certezza si possa affermare al momento chi dei due candidati sia in grado di affrontare meglio le emergenze del Paese. Penso altresì al fatto che le elezioni si sono svolte pacificamente anche in virtù del non comune senso di responsabilità dei due contendenti. Il Presidente uscente sconfitto, il cristiano Jonathan Goodluck, al termine delle operazioni elettorali ha riconosciuto senza riserve la vittoria dell'avversario, evitando così eventuali rimostranze delle frange violente del suo partito, il Partito Democratico della Libertà; il neoeletto, l'islamico Muhammadu Buhari, leader del Congresso di tutti i Progressisti, si è affrettato a riconoscere i meriti del suo predecessore. Ora vengono avanzati, in sede internazionale (soprattutto da Gran Bretagna e Stati Uniti), dubbi sulla regolarità delle consultazioni; ci sarebbero state 'interferenze ai seggi'. Purtroppo, eventuali brogli rappresentano una patologia fisiologica delle giovani e precarie democrazie: si deve considerare infatti che le elezioni politiche non sono il momento iniziale di una democrazia, ma sono l'approdo finale di un processo di democratizzazione, in quanto il loro valido e libero svolgimento richiede un apparato democratico e una ben formata coscienza civica. I problemi con i quali si dovrà misurare il neopresidente sono la frattura fra il Nord del Paese (islamico) e il Sud (cristiano), la corruzione, la povertà endemica - più correttamente si dovrebbe dire la disuguaglianza nella ripartizione delle ricchezze in quanto la Nigeria è un Paese potenzialmente ricco - nonché il contrasto del movimento terroristico di matrice islamica Boko Haram, che recentemente ha compiuto un importante salto qualitativo: da gruppo eversivo locale, aderendo all'Isis sta divenendo parte dell'ambizioso ed inquietante progetto dello Stato Islamico di ricostituzione del Califfato. L'ascesa di Boko Haram si è realizzata in pochi anni. Il ‘Popolo per la Propagazione degli Insegnamenti del Profeta e della Jihad’, meglio noto come Boko Haram, si costituì nel 2001 come reazione alla corruzione del regime federale e al malessere sociale dovuto alla disoccupazione. Boko Haram in lingua Hausa (l’idioma maggiormente diffuso in Nigeria del Nord e in Niger) può essere tradotto 'l'educazione occidentale è sacrilega'. Questo nome evidenzia l’obiettivo della setta fondamentalista: una dura opposizione alla cultura occidentale, corruttrice della purezza dell’Islam. Pertanto, originariamente il Gruppo, per il suo carattere regionale, non poteva essere associato al 'jihadismo globale' dell’AQMI (Al Qaeda nel Maghreb Islamico) o di Al Shabab in Somalia. Anche i rapporti del movimento con il terrorismo internazionale non sono mai stati sufficientemente provati. L’incerta linea gerarchica, la struttura poco chiara, la divisione in fazioni, una catena di comando non univoca, rendono difficili eventuali ‘contatti costruttivi’ con le istituzioni governative nigeriane: esiste quindi anche un problema di rappresentatività, cioè di individuazione di chi possa parlare a nome della setta. L’acredine nei confronti della cristianità era anche dovuta alla fede (cristiana) dell'allora Presidente Goodluck Ebele Jonathan. I membri di Boko Haram per il loro violento e sanguinario integralismo vengono anche definiti da una parte della stampa internazionale 'talebani nigeriani'. Il nuovo Presidente è un rigido ex militare: per questo da alcuni ottimisticamente è stato precisato che saprà affrontare con fermezza ed efficacia l'emergenza terroristica, meglio del suo predecessore. Roberto Rapaccini