RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

martedì 6 giugno 2023

L'ACCORDO SUL PROGRAMMA NUCLEARE DELL'IRAN (22-3-2015)


In questi giorni l'interesse per il mondo islamico è monopolizzato dall'attacco terroristico in Tunisia, dalle tragiche vicende dello Yemen, dalle inquietanti evoluzioni dello Stato Islamico. Viene pertanto collocato in un secondo piano il possibile accordo sul travagliato programma nucleare dell'Iran, che può avere epocali ripercussioni internazionali e instaurare nuovi equilibri geopolitici. I fatti sono noti. L'accordo - per il quale sta spendendo molte energie Barak Obama che ha l'occasione di terminare il suo mandato con un prestigioso successo - dovrebbe riconoscere alla Repubblica Islamica la possibilità dell'arricchimento dell'uranio solo per uso civile (e non per uso militare), con conseguente sospensione delle sanzioni per sei mesi durante i quali si tratterà un'intesa definitiva. È sicuramente una voce fuori dal coro (questa volta uso la formula in senso negativo) quella di Netanhyau che afferma: "Reagiremo da soli alla minaccia nucleare". L'accordo consentirebbe all'Iran di uscire dall'attuale isolamento e marginalità nel mondo arabo - islamico conseguente alla rafforzata centralità - anche a seguito dell'ascesa dell'Isis - della componente sunnita (com'è noto, in Iran il 90% della popolazione è di fede islamica nella variante sciita). Le complesse vicende siriane hanno inoltre di fatto determinato il fallimento dei tentativi dell'Iran di inserirsi - attraverso lo stretto rapporto con Hezbollah (una specie di longa manus) - nello scacchiere del vicino Medio Oriente e dell'area del Golfo per imporre la sua presenza di potenza regionale. Insomma, l'accordo sarebbe per lo Stato persiano una preziosa opportunità di rilancio internazionale. Per l'Occidente invece l'Iran potrebbe essere in futuro un prezioso alleato per la composizione di nuovi equilibri, soprattutto dopo che la Turchia è sempre più lontana e sbilanciata verso alleanze con gli Stati leader nel mondo sunnita (in particolare con i Paesi del Golfo per costituire un fronte idoneo a contrastare le politiche dell’Iran e avere un ruolo di primo piano tanto in Siria quanto in Iraq). È significativo, inoltre, che la Turchia abbia creato con l'Arabia Saudita e l'Indonesia un asse islamico all'interno del G20, con l'obiettivo non solo di stimolare la crescita economica, ma anche di sostenere una società giusta sulla base dei valori musulmani. Aspettiamo con fiducia gli sviluppi della politica, senza disprezzarla, perché - ha scritto lo scrittore egiziano Naguib Mahfouz - la politica, è la metà della vita, o la vita intera se si considera che la saggezza e la bellezza sono al di sopra della vita stessa. Roberto Rapaccini