RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

martedì 6 giugno 2023

IRAN E RICONOSCIMENTO DI ISRAELE (10-8-2015)

 


Nonostante le buone prospettive dell'intesa sul programma nucleare iraniano, con un po' di coraggio e di scaltrezza politica si poteva provare di dare un ulteriore contributo alla 'distensione' mondiale. Nel pacchetto dell'accordo infatti si poteva inserire, ovvero tentare di ottenere, il riconoscimento di Israele da parte di un Iran desideroso di essere sollevato dalle sanzioni internazionali e di tornare ad essere un interlocutore dell'Occidente, o meglio, l'unico interlocutore affidabile del mondo islamico. Probabilmente il presidente degli Usa Barack Obama - di cui non vanno tuttavia disconosciuti i meriti nella circostanza  - ha temuto che sollevare questa problematica potesse compromettere le trattative in corso. Anche Israele, poco incline al dialogo con il governo dello Stato persiano non ha sufficientemente individuato questa opportunità. Va detto che l'Iran - probabilmente condizionato dal timore di perdere  il consenso della base popolare - non fa mistero di aspirare alla distruzione dello Stato israeliano. Tuttavia,  la posizione fortemente antisemita dei vertici politici della Repubblica islamica, presa da più pressanti problematiche, sembra essere strumentale solo ad esigenze demagogiche interne, piuttosto che un reale interesse. In altri termini è un leit motiv per rassicurare gli iraniani  sulla fedeltà agli ideali politico-religiosi e sulla loro continuità. Il riconoscimento di Israele  avrebbe dovuto essere condizionato ad una soluzione accettabile della questione palestinese, ovvero al riconoscimento dello Stato della Palestina, dando soddisfazione alla sempre più emergente esigenza di pacificazione che viene dalla base popolare delle due etnie, quella ebrea e quella palestinese. Fantapolitica? No, è semplicemente ricordarsi che l'obiettivo dell'attività politica - come precisò Giovanni Paolo II - è il benessere degli uomini, che richiede il rispetto dei diritti di tutti e il correlato generale adempimento dei doveri. Roberto Rapaccini