Dopo
le tensioni in Ucraina si sta ricreando il desueto clima della guerra fredda a seguito
della contrapposizione in Siria fra gli Usa, che guidano la coalizione
occidentale, e la Russia, indirettamente appoggiata dalla Cina che
ha posto il veto sulla risoluzione dell'Onu che avrebbe portato il Paese
mediorientale davanti alla Corte Penale Internazionale dell'Aia, e supportata
anche dall'Iran, suo storico alleato che tuttavia ha ripreso recentemente
a dialogare con gli Stati Uniti. Come ai vecchi tempi, le due superpotenze si
accusano reciprocamente: per gli Usa la Russia appoggiando il dittatore siriano
viola il diritto internazionale, per la Russia, alludendo presumibilmente alla
discussa genesi dello Stato Islamico e agli aiuti che provengono dal Kuwait e
dalle monarchie del Golfo, l'Isis non è nato dal nulla ma è stato finanziato e
sostenuto. Putin ha anche ufficialmente affermato polemicamente che è
pericoloso dare le armi ai ribelli e giocare con i terroristi. Poi c'è la
ripetuta violazione dello spazio aereo della Turchia da parte di aerei Mig
russi: la Nato ha respinto le giustificazioni di Mosca che ha parlato di errore
dovuto a condizioni meteo sfavorevoli; le scuse sono state respinte
probabilmente ritenendo che i due sconfinamenti siano state provocazioni
premeditate all'indirizzo di Ankara, che aveva criticato l'impegno russo a
fianco del regime siriano, e nei confronti dell'Alleanza Atlantica (in virtù
della solidarietà reciproca, che lega i Paesi aderenti al Patto, l'Alleanza è
obbligata ad intervenire in difesa di ogni membro che subisca un attacco). Inoltre,
Putin è animato da un forte nazionalismo antiamericano. La Russia è reticente
circa la quantificazione del suo impegno militare in quello scenario, che
probabilmente è anche on the ground. Gli Usa hanno chiesto alla Grecia di
vietare il transito ai Mig russi diretti in territorio siriano. La Bulgaria lo
ha disposto autonomamente. Nell’agosto del 2014 la coalizione internazionale
guidata dagli Stati Uniti ha iniziato i bombardamenti di obiettivi dell'Isis in
Iraq. Al momento, della coalizione internazionale che combatte l’Isis in
territorio iracheno fanno parte ventidue Paesi, ovvero gli Stati Uniti, i
principali Paesi europei - tra cui Francia, Regno Unito, Germania e Italia -
l'Australia, il Canada, e alcuni Stati arabi e africani. Gli Stati Uniti, il
Regno Unito e la Francia dal settembre 2014 hanno cominciato ad 'operare' anche
in Siria. Probabilmente prossimamente 'passeranno a vie di fatto' anche i
tornado italiani. È importante che siano compiute operazioni nel territorio
siriano occupato dall'Isis, al fine di evitare che lo Stato Islamico consideri
questa area (nella quale si trova anche la capitale Raqqa) una zona 'franca' e
sicura. Si parla di una Terza Guerra Mondiale. Mi piace in proposito ricordare
una frase di Albert Einstein: "Non ho idea di quali armi serviranno per
combattere la Terza Guerra Mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e
con le pietre". Roberto Rapaccini