RASSEGNA STAMPA S.

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PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

martedì 6 giugno 2023

GLI ATTENTATI A PARIGI DI IERI SERA. Alcune riflessioni ‘tecniche’. (14-11-2015)


Purtroppo ieri sera è stata un’indimenticabile serata di sangue nella capitale francese. In rapida successione sono stati perpetrati otto attentati terroristici al grido di Allah akbar (‘Allah è grande’) con un bilancio al momento di 139 morti e di circa 350 feriti (di cui molti in gravissime condizioni). I fatti sono noti a tutti, le agenzie di stampa hanno fornito dettagliati e puntuali resoconti. In questo momento i maggiori nemici sono l’emotività e lo sciacallaggio politico che si polarizza intorno a principi estremi che costituiscono un ostacolo anziché un contributo per intraprendere ferme misure che sono ormai indifferibili per fronteggiare questa grave minaccia: da una parte è dannoso alimentare la congettura che l’Occidente sia meritevole di essere approfondita. A prescindere da guerra con tutto l’Islam, che sia in atto uno scontro di civiltà, che debba essere visto in ogni musulmano un potenziale terrorista: questo è un modo per supportare involontariamente il jihadismo che vuole coalizzare tutto il mondo musulmano sunnita contro di noi, mentre al contrario - come dimostra anche l’esperienza italiana degli apparati di sicurezza contro le Brigate Rosse - è necessario innanzitutto isolare i terroristi ed evitare che altri (in questo caso di religione islamica), vittime di una propaganda che demonizza la società occidentale comprese le conquiste di libertà e di democrazia, solidarizzino con i criminali. È altrettanto dannoso un cieco e non circostanziato garantismo che rifiuta di prendere atto che siamo in uno stato di guerra che richiede misure emergenziali, e che fa della grave patologia una situazione di ordinaria fisiologia. Seguono alcune riflessioni:

 

- La perfetta regia degli attentati consente di escludere che l'operazione sia stata posta in essere da locali e isolate cellule dormienti. Al contrario, le modalità esecutive suggeriscono che ci sia stato un accurato coordinamento esterno. Probabilmente gli autori dei crimini sono foreign fighters, ovvero volontari stranieri di ritorno dalla guerra siriana: i terroristi, infatti, avevano un’ottima conoscenza del territorio parigino e della lingua francese, e una disinvoltura operativa probabile risultato delle esperienze belliche maturate in Siria o in Iraq. Il loro modus operandi sembrerebbe di tipo qaedista.

 

- Non sembra particolarmente rilevante discutere se i terroristi fossero emissari dell'Isis o di Al-Qaeda. In realtà, a parte i non chiari rapporti fra le due organizzazioni, Al-Qaeda di fatto agisce come il braccio armato dell’Isis in Occidente, mentre lo Stato Islamico rivolge le sue attenzioni prevalentemente al mondo musulmano.

 

- Il fine perseguito dai terroristi di matrice islamica è quello di colpire la vita ordinaria di normali cittadini, allo scopo di diffondere la convinzione che nessuno in Occidente possa sentirsi al sicuro. Gli attentati infatti sono stati perpetrati all'inizio del fine settimana, quando cioè ognuno si rilassa dopo una settimana di lavoro, e in luoghi di aggregazione alla portata di tutti, ovvero dei ristoranti, lo stadio, un noto e popolare teatro.

 

- È evidente che l'intelligence francese sia stata colta di sorpresa. Al riguardo è sempre più necessario un efficiente cooperazione internazionale fra gli apparati di sicurezza, rendendo più ampio lo ‘scambio di informazioni’, soprattutto quello che riguarda l'universo jihadista di difficile ‘penetrazione’ per le diversità linguistiche locali nelle quali si declina l'arabo standard, e anche in relazione alla difficoltà di contrastare il terrorismo suicida. Una nota positiva è che i nostri apparati di sicurezza e di polizia sono probabilmente tra i più efficienti in Europa.

 

- Prendendo atto di questa situazione emergenziale, sarebbe opportuno che anche altri Stati europei cedano alla tentazione di prendere gli stessi provvedimenti adottati dalla Francia, ovvero leggi speciali e ripristino di controlli alle frontiere. Infatti, in questo momento le Forze dell'Ordine, già in sofferenza per carenze di organici e penuria di mezzi, devono essere messe nella condizione di operare nella maniera migliore possibile per affrontare questa condizione di crisi. Le leggi speciali, che consentono di operare più liberamente, sono una contingenza negativa per la loro straordinarietà e per la loro incidenza sui diritti di libertà, ma sono in questo particolare momento necessarie come analogamente avvenne al tempo delle Brigate Rosse, o negli Stati Uniti con il Patriot Act dopo l'11 settembre 2001, che rafforzò il potere dei corpi di polizia e di spionaggio statunitensi. Per quanto riguarda invece la chiusura delle frontiere, pur non essendoci un collegamento fra immigrazione e terrorismo (diversamente un nesso da precisare sicuramente sussiste fra immigrazione e criminalità) tuttavia in questa situazione di emergenza il ripristino dei controlli alle frontiere appare opportuno in quanto le attività istituzionali connesse al flusso migratorio contribuiscono a sottrarre energie alle forze dell'ordine e a rendere più complesso il loro operare, mentre appare opportuno che ci si concentri in maniera sempre più massiva sulla prevenzione dell'eversione jihadista

 

- Si deve sempre mantenere alta l’attenzione per la via diplomatica nei confronti della crisi siriana ed irachena, che non esclude iniziative belliche, e che costituisce la fonte della destabilizzazione internazionale di cui i fatti di Parigi sono una conseguenza.

 

- L'Isis ha dichiarato di aver voluto punire la Francia per le sue decise iniziative militari in Siria. Probabilmente dietro agli attentati vi è anche il risentimento sunnita per un avvicinamento dell’Occidente al mondo sciita, di cui l'Iran, ‘riabilitato’ dopo il noto accordo sul nucleare, è il massimo esponente. Già da domani, infatti, avrebbe dovuto aver inizio una serie di visite del Presidente iraniano Hassan Rouhani in Europa (lunedì avrebbe dovuto essere a colloquio con Hollande). Il tour è stato rinviato. In altri termini ancora una volta sullo sfondo del disastro c'è l'annoso conflitto fra mondo sciita e mondo sunnita.
Roberto Rapaccini