RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

venerdì 26 maggio 2023

CONOSCENZA E INFORMAZIONE – Considerazioni Introduttive (20.7.2022)

 CONOSCENZA E INFORMAZIONE – Considerazioni Introduttive  (20.7.2022)

Nella classifica annuale - pubblicata a maggio di quest’anno dall’organizzazione francese Reporter senza frontiere - che dovrebbe indicare lo stato del giornalismo mondiale e il suo grado di libertà in 180 Paesi del mondo, l’Italia occupa la 58esima posizione (avendo perso 17 posti rispetto al 2021 e al 2020 quando invece era stabile alla 41esima posizione). L’Italia è stata superata anche da Gambia e dal Suriname. Il World Press Freedom Index viene redatto mediante dati forniti in forma anonima da cronisti. Uno degli elementi che ha inciso maggiormente nel giudizio negativo sulla situazione italiana è stato il ricorso all’autocensura, ovvero più precisamente sarebbe emerso che i giornalisti italiani a volte cedono alla tentazione di autocensurarsi, o per conformarsi alla linea editoriale della propria testata giornalistica, o per evitare una denuncia per diffamazione o altre forme di azione legale, o per paura di rappresaglie da parte di gruppi estremisti o della criminalità organizzata. Viene inoltre criticata nel rapporto la condizione di immobilismo che impedisce l’adozione di riforme legislative mirate alla tutela dell’attività giornalistica. Segnatamente si avverte la necessità di una migliore definizione del reato di diffamazione e di procedimenti che consentano un più rapido accesso dei media ai dati detenuti dallo Stato. La complessità del mondo dell’informazione nazionale non si esaurisce negli esiti e nelle prescrizioni di questo sondaggio. La scarsa considerazione a livello internazionale del giornalismo italiano evidenzia una realtà paradossalmente contraddittoria. Sebbene complessivamente il livello del giornalismo nazionale sia buono con significative punte avanzate rappresentate da cronisti che sono apprezzati esperti della materia di cui si occupano, l’opinione pubblica ha difficoltà ad accedere ad un’informazione obiettiva e non contaminata da valutazioni soggettive, politicamente orientate. Evidentemente il mondo dell’informazione italiano presenta delle criticità che vanno attentamente esplorate. Oggi attraverso un collegamento a Internet, è possibile disporre di una mole illimitata di dati, non raramente contraddittori, definita in termine tecnico una information overloading. La pregressa fatica di cercare notizie è oggi surrogata da quella di selezionare, valutare, filtrare, organizzare dati. In questo nuovo contesto saper leggere non basta, serve un nuovo tipo di competenza – che viene definita alfabetismo digitale – che consiste nella capacità di utilizzare un pc e di navigare in Rete con spirito critico. In occasione della pandemia da Covid 19 e del Conflitto in Ucraina il lettore ha sperimentato la difficoltà di gestire convenientemente un consistente ed eterogeneo flusso di notizie. L’intellettuale elvetico Starobinski ha felicemente enunciato questa realtà dicendo che la Rete, per le sue potenzialità pedagogiche, è al tempo stesso simile a una sintesi fra la biblioteca di Alessandria e la cloaca Massima. La Rete non si è sostituita alla carta stampata, alla radio e alla televisione, ma ha introdotto un nuovo modo di fare informazione, puntando sui tempi che sono sicuramente più brevi della diffusione di news attraverso un quotidiano cartaceo o di quelli imposti dal rispetto dei palinsesti radiotelevisivi (a parte le edizioni straordinarie). La notizia diffusa in Rete paga la sua immediatezza con il suo carattere scarno e superficiale, mentre i mass media tradizionali conservano come prerogativa l’approfondimento, ovvero un modo più meditato e articolato di fare giornalismo. Questa situazione ha trasformato il giornalismo cartaceo, che conserva ancora particolare autorevolezza, in uno strumento di opinione, prevalentemente caratterizzato da articoli ideologicamente orientati che, commentando gli accadimenti, esprimono un punto di vista soggettivo. Questo processo è avvenuto anche all’estero ma con minore intensità. Nella stampa anglosassone da sempre si pone molta attenzione alla separazione delle notizie dalle opinioni e alla facile riconoscibilità del confine fra le due tipologie: un conto è informare i lettori su un fatto, un altro è darne una propria interpretazione e valutazione. Negli ultimi anni i media italiani (quindi non solo i giornali) sono soprattutto fonti di un giornalismo d’opinione, dunque schierato e identitario, con conseguente difficoltà del fruitore di maturare un punto di vista oggettivo. RR