Dopo i tragici fatti di Bruxelles, molti opinion maker, soprattutto
politici e giornalisti, insistono sulla necessità di un maggiore scambio di
informazioni fra i Paesi Membri dell'Unione Europea e sulla creazione di un
organismo centrale di intelligence europeo, ovvero di una specifica procura.
Sicuramente si tratta di due strade che è necessario percorrere, ma la
problematica è molto ampia e antica, e si ha l'impressione che la maggior parte
di coloro che ne parlano non ne conosca la reale portata. La cooperazione di
polizia in ambito comunitario è sempre stata molto avanzata. In proposito nei
documenti approvati nell'ambito dell'ex terzo Pilastro (quello che era deputato
alle problematiche giudiziarie e di polizia) lo scambio di informazioni
inerenti alle attività di intelligence è sancito in maniera chiara e nei
dettagli; tuttavia da un punto di vista pratico la collaborazione produce
scarsi risultati, soprattutto per quanto riguarda la lotta al terrorismo.
Innanzitutto si deve tener presente che i rapporti fra organismi di polizia di
Stati diversi hanno una confidenzialità più formale - ovvero codificata -
rispetto a quello che avviene nel contesto nazionale. Conseguentemente molte
informazioni inerenti alla prevenzione dell'eversione, poiché particolarmente
sensibili e sfumate, sono scambiate con prudenza finché non siano accertate
nella reale portata (e questo comporta una condivisione tardiva). Infatti è
rischioso comunicare 'all'esterno' nell'urgenza notizie da verificare, in
quanto questo può mettere in moto da parte dei collaterali organismi di Paesi
stranieri iniziative di polizia che, se si rivelassero infondate, potrebbero
essere fonte di responsabilità anche gravi. Si dice anche che esista una
gelosia degli Stati circa le informazioni di polizia di cui dispongono. Questo
avviene soprattutto per quelle notizie inerenti indagini in corso che impongono
una particolare riservatezza e che potrebbero essere compromesse da una gestione
che abbia come conseguenza una qualche forma di divulgazione. Aggiungo che
spesso già all'interno di uno stesso ufficio di polizia nazionale non c'è una
generale condivisione di notizie criminis, ovvero non tutti gli appartenenti
sono messi al corrente di tutto, non solo per motivi di riservatezza operativa
ma anche semplicemente di fiducia personale. Ci sono poi le legislazioni
nazionali che possono essere un ostacolo concreto alla cooperazione in questo
contesto. Non è di aiuto inoltre la mancanza di una nozione di terrorismo
unanimemente condivisa a livello internazionale. Quindi gli ostacoli a
ben vedere, sono 'culturali', non dipendono da una inefficienza europea, e
possono essere superati attraverso una maggiore fiducia reciproca che può
essere conseguita solo lavorando insieme. Anche una maggiore omogeneità
strutturale e sostanziale fra gli apparati giudiziari e di polizia degli Stati
membri sarebbe auspicabile. Ma pure in questo ambito si è fatto molto. Gli
stessi problemi vanno superati per l'eventuale costituzione di un organismo
centrale di intelligence europeo: è necessario che questo costituendo ente si
possa avvalere dei flussi informativi di cui dispongono gli Stati membri,
diversamente è destinato a non produrre risultati operativi significativi.
Sicuramente Europol è un esempio concreto molto positivo da considerare come
modello per meglio strutturare la lotta europea al terrorismo. In conclusione
non è sufficiente creare organismi centrali o stabilire obblighi di
collaborazione fra gli Stati, ma è necessario un salto culturale, sentirsi
poliziotti europei e acquisire quella fiducia reciproca che può nascere solo
dal lavoro congiunto (come nei già consolidati 'joint investigation teams') e
dalla buona volontà degli Stati membri di superare le divisioni e la
recrudescenza degli egoismi nazionali. Se vogliamo andare avanti sulla strada
della cooperazione comunitaria - anche per una valutazione opportunistica
conseguente ad una maggiore forza che deriva dall'unione - questa è l'unica
via. L'Europa, prima di essere una entità politica, è una realtà culturale.
Roberto Rapaccini