Boko
Haram è un movimento terroristico particolarmente sanguinario che opera a
livello locale, segnatamente nella regione nigeriana. Il ‘Popolo per la
Propagazione degli Insegnamenti del Profeta e della Jihad’- questo era il suo
nome originario - ufficialmente si costituì nel 2001 come reazione alla
corruzione del regime federale nigeriano e al malessere sociale dovuto alla
disoccupazione. Sulla sua origine probabilmente hanno inciso le vicende
algerine. Com'è noto, in Algeria nelle elezioni legislative del 1992 il Fronte
Islamico per la Salvezza vinse ampiamente il primo turno; con il secondo turno
il F.I.S. avrebbe conseguito la vittoria definitiva. Tuttavia, l’esercito volle
impedire questa possibilità e intervenne prima del secondo turno per
interrompere il naturale esito del processo elettorale. Si originò così quella
guerra civile nell’ambito della quale nacque il gruppo armato Gia, che poi
evolvendosi diventò nel 1997 il Gspc, ovvero il Gruppo Salafita per la
Predicazione ed il Combattimento. Le pressioni dell’apparato di sicurezza
algerino, uno dei più potenti di questa sub regione - i cui appartenenti si
avvalevano anche di mezzi 'poco ortodossi' come esecuzioni extragiudiziarie,
rapimenti, sparizioni di oppositori - determinarono la fuoriuscita dal Paese di
una considerevole parte dei membri di gruppi fondamentalisti ed eversivi. Questi
individui si rifugiarono soprattutto nelle zone di frontiera fra Algeria,
Mauritania e Niger, evitando di andare verso la Libia, o altri Stati del Nord-Africa
mediterraneo in quanto questi Paesi erano maggiormente attrezzati per il loro
respingimento; diversamente la Mauritania, il Niger e il Mali non avevano le
risorse umane e tecnologiche per un adeguato controllo transfrontaliero.
Probabilmente in queste regioni si è sviluppato uno dei primi e più importanti
nuclei originari di Boko Haram. Boko Haram in lingua Hausa (l’idioma
maggiormente diffuso in Nigeria del Nord e in Niger) può essere tradotto
'l'educazione occidentale è sacrilega'. Questo nome evidenzia l’obiettivo della
setta fondamentalista, cioè quello di attuare una dura opposizione alla cultura
occidentale ritenuta corruttrice della purezza dell’Islam. Per il suo carattere
regionale Boko Haram non può essere associato al jihadismo globale
dell’Aqmi (Al Qaeda nel Maghreb Islamico) o di Al Shabab in Somalia. Anche i
rapporti del movimento con il terrorismo internazionale non sono mai stati
sufficientemente provati. L’incerta linea gerarchica, la struttura poco chiara,
la divisione in fazioni, una catena di comando non univoca, si traducono in un
problema di rappresentatività che rende difficili eventuali ‘contatti
costruttivi’ e trattative con le istituzioni governative nigeriane. La
particolare acredine del movimento nei confronti della cristianità probabilmente
è dovuta anche alla fede (cristiana) di Goodluck Ebele Jonathan, Presidente del
Paese dal 2010 al 2015. I membri di Boko Haram per il loro violento
integralismo vengono anche definiti da una parte della stampa internazionale i
'talebani nigeriani'. Boko Haram, lo scorso anno ha compiuto un importante
salto qualitativo: da gruppo eversivo locale aderendo all'Isis è divenuto parte
dell'inquietante progetto dello Stato Islamico di ricostituzione del Califfato.
Nel 2012 il governo nigeriano ha proclamato lo stato di emergenza in alcune
regioni del Paese, militarizzandole con la presenza di migliaia di soldati; ma
questo non ha impedito a Boko Haram di estendere il suo controllo su alcune aree
nord-orientali della Nigeria. Gli attacchi del movimento jihadista sono
proseguiti negli anni successivi, anche attraverso assalti kamikaze eseguiti da
bambini, avendo come obiettivo interi villaggi - 'privilegiando' massacri in
scuole e in chiese - e compiendo rapimenti di massa, come quello di 276
studentesse di Chibok dell’aprile 2014, o quello del marzo 2015 a Damasak di
cui furono vittime più di cinquecento persone. Molti analisti, in relazione al
numero e alla violenza delle iniziative terroristiche e alla moltitudine delle
persone trucidate, considerano il livello di pericolosità del movimento
superiore anche a quello dell'Isis. È sempre più inquietante l'impiego, come
attentatori suicidi - dopo un mirato addestramento - di bambini e di giovani
donne rapite e costrette a convertirsi all'Islam. Un sito specializzato nell'analisi
del terrorismo, Long War Journal, ha stimato che nel 2014 almeno
105 elementi fra donne e bambini sono stati 'usati' da Boko Haram per compiere
attacchi suicidi (in Nigeria e zone limitrofe). Roberto Rapaccini
Grammatica del mondo islamico, Medio Oriente, dialogo interreligioso, interetnico e multiculturale, questioni di geopolitica, immigrazione.
martedì 19 gennaio 2021
LA MAPPA DEL TERRORISMO DI MATRICE ISLAMICA: 5. BOKO HARAM (13-4-2016)
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