RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

martedì 19 gennaio 2021

LA MAPPA DEL TERRORISMO DI MATRICE ISLAMICA: 5. BOKO HARAM (13-4-2016)


Boko Haram è un movimento terroristico particolarmente sanguinario che opera a livello locale, segnatamente nella regione nigeriana. Il ‘Popolo per la Propagazione degli Insegnamenti del Profeta e della Jihad’- questo era il suo nome originario - ufficialmente si costituì nel 2001 come reazione alla corruzione del regime federale nigeriano e al malessere sociale dovuto alla disoccupazione. Sulla sua origine probabilmente hanno inciso le vicende algerine. Com'è noto, in Algeria nelle elezioni legislative del 1992 il Fronte Islamico per la Salvezza vinse ampiamente il primo turno; con il secondo turno il F.I.S. avrebbe conseguito la vittoria definitiva. Tuttavia, l’esercito volle impedire questa possibilità e intervenne prima del secondo turno per interrompere il naturale esito del processo elettorale. Si originò così quella guerra civile nell’ambito della quale nacque il gruppo armato Gia, che poi evolvendosi diventò nel 1997 il Gspc, ovvero il Gruppo Salafita per la Predicazione ed il Combattimento. Le pressioni dell’apparato di sicurezza algerino, uno dei più potenti di questa sub regione - i cui appartenenti si avvalevano anche di mezzi 'poco ortodossi' come esecuzioni extragiudiziarie, rapimenti, sparizioni di oppositori - determinarono la fuoriuscita dal Paese di una considerevole parte dei membri di gruppi fondamentalisti ed eversivi. Questi individui si rifugiarono soprattutto nelle zone di frontiera fra Algeria, Mauritania e Niger, evitando di andare verso la Libia, o altri Stati del Nord-Africa mediterraneo in quanto questi Paesi erano maggiormente attrezzati per il loro respingimento; diversamente la Mauritania, il Niger e il Mali non avevano le risorse umane e tecnologiche per un adeguato controllo transfrontaliero. Probabilmente in queste regioni si è sviluppato uno dei primi e più importanti nuclei originari di Boko Haram. Boko Haram in lingua Hausa (l’idioma maggiormente diffuso in Nigeria del Nord e in Niger) può essere tradotto 'l'educazione occidentale è sacrilega'. Questo nome evidenzia l’obiettivo della setta fondamentalista, cioè quello di attuare una dura opposizione alla cultura occidentale ritenuta corruttrice della purezza dell’Islam. Per il suo carattere regionale Boko Haram non può essere associato al jihadismo globale dell’Aqmi (Al Qaeda nel Maghreb Islamico) o di Al Shabab in Somalia. Anche i rapporti del movimento con il terrorismo internazionale non sono mai stati sufficientemente provati. L’incerta linea gerarchica, la struttura poco chiara, la divisione in fazioni, una catena di comando non univoca, si traducono in un problema di rappresentatività che rende difficili eventuali ‘contatti costruttivi’ e trattative con le istituzioni governative nigeriane. La particolare acredine del movimento nei confronti della cristianità probabilmente è dovuta anche alla fede (cristiana) di Goodluck Ebele Jonathan, Presidente del Paese dal 2010 al 2015. I membri di Boko Haram per il loro violento integralismo vengono anche definiti da una parte della stampa internazionale i 'talebani nigeriani'. Boko Haram, lo scorso anno ha compiuto un importante salto qualitativo: da gruppo eversivo locale aderendo all'Isis è divenuto parte dell'inquietante progetto dello Stato Islamico di ricostituzione del Califfato. Nel 2012 il governo nigeriano ha proclamato lo stato di emergenza in alcune regioni del Paese, militarizzandole con la presenza di migliaia di soldati; ma questo non ha impedito a Boko Haram di estendere il suo controllo su alcune aree nord-orientali della Nigeria. Gli attacchi del movimento jihadista sono proseguiti negli anni successivi, anche attraverso assalti kamikaze eseguiti da bambini, avendo come obiettivo interi villaggi - 'privilegiando' massacri in scuole e in chiese - e compiendo rapimenti di massa, come quello di 276 studentesse di Chibok dell’aprile 2014, o quello del marzo 2015 a Damasak di cui furono vittime più di cinquecento persone. Molti analisti, in relazione al numero e alla violenza delle iniziative terroristiche e alla moltitudine delle persone trucidate, considerano il livello di pericolosità del movimento superiore anche a quello dell'Isis. È sempre più inquietante l'impiego, come attentatori suicidi - dopo un mirato addestramento - di bambini e di giovani donne rapite e costrette a convertirsi all'Islam. Un sito specializzato nell'analisi del terrorismo, Long War Journal, ha stimato che nel 2014 almeno 105 elementi fra donne e bambini sono stati 'usati' da Boko Haram per compiere attacchi suicidi (in Nigeria e zone limitrofe).  Roberto Rapaccini