La
sera del 29 gennaio il Centro culturale islamico di Quebec City è stato oggetto
di un attacco terroristico che ha avuto un bilancio provvisorio di sei morti e
otto feriti. Per la strage è stato incriminato un cittadino franco-canadese che
ha dichiarato di essere un ammiratore di Donald Trump, di Marine Le Pen, delle
forze di difesa israeliane. Ad essa è stato attribuito un movente islamofobo.
Questo crimine, congiuntamente ad alcuni recenti discussi provvedimenti del
neopresidente americano, rende di nuovo attuale il dibattito sull'esistenza o
meno di uno scontro fra l'identità culturale del mondo occidentale e quella del
blocco delle nazioni islamiche. La contrapposizione fra i Paesi islamici
e l’Occidente di fatto ha sostituito il vuoto creato dal crollo dell’Unione
Sovietica. Questo attentato e i precedenti di matrice islamica sono stati
prevalentemente compiuti da soggetti non appartenenti ad aggregazioni
terroristiche: sono stati quindi esclusivamente il prodotto dell'efficacia
suggestionante di una propaganda mediatica che ha causato effetti devastanti su
menti che per vari motivi erano predisposte a recepirne i contenuti. Gli autori
di questi atti, in quanto non strutturati in gruppi terroristici, sono stati
definiti cani sciolti. Si tratta di una definizione impropria
poiché questi attentatori, pur non essendo incardinati in cellule
terroristiche, fanno parte di un sistema virtuale, integrato da una rete
ipotetica di soggetti che unilateralmente si dichiarano emissari di
un'ideologia di carattere politico o confessionale. Dall'esame delle loro
personalità si è rilevato che questi criminali spesso sono afflitti da gravi
problemi personali che li confinano ai margini della comunità, oppure sono
vittime del disorientamento causato dalla mancanza di valori di riferimento.
Pertanto utili strumenti di prevenzione avanzata, accanto alla più mirata
azione dell'intelligence, sono le politiche di integrazione, che
dovrebbero neutralizzare il loro risentimento verso una società che sentono
ostile o nei confronti della quale si sentono inadeguati. Il carattere isolato
e individualistico di queste iniziative criminali contraddice le tesi su un
presunto scontro di civiltà nell'attuale conflittualità fra Islam e Occidente.
Se il conflitto fosse strutturale, infatti, questi individui dovrebbero essere
esponenti di realtà più ampie e complesse. Al contrario la motivazione di
questi atti è radicata solo in condizioni o vicende personali, mentre la
matrice confessionale o ideologica rimane sullo sfondo. Roberto Rapaccini