Lo
scorso 7 maggio dopo tre anni di prigionia è stato liberato 82 delle 276
studentesse nigeriane rapite nel 2014 dai miliziani dell'organizzazione
terroristica Boko Haram. Le vicende di questo gruppo terroristico evidenziano
come una banda di criminali sanguinari, che operi a livello locale, ovvero
nella sola regione nigeriana, si possa trasformare, sfruttando contingenti
favorevoli, in uno dei maggiori centri di riferimento del fondamentalismo jihadista africano.
Il ‘Popolo per la Propagazione degli Insegnamenti del Profeta e della Jihad’-
questo è il suo nome originario - ufficialmente si costituì nel 2001 come reazione
alla corruzione del regime federale nigeriano e al malessere sociale alimentato
dalla disoccupazione. Sulla sua origine probabilmente hanno inciso le vicende
algerine. Com'è noto, in Algeria nelle elezioni legislative del 1992 il Fronte
Islamico per la Salvezza vinse ampiamente il primo turno; con il secondo turno
il FIS avrebbe conseguito la vittoria definitiva. Tuttavia, l’esercito
intervenne prima del secondo turno per interrompere il naturale esito del
processo elettorale. Si originò così quella guerra civile nell’ambito della
quale nacque il gruppo armato Gia, successivamente Gspc, il Gruppo Salafita per
la Predicazione ed il Combattimento. Le reazioni poco ortodosse dell’apparato
di sicurezza algerino determinarono la fuoriuscita dal Paese di membri dei
gruppi fondamentalisti. Questi individui si rifugiarono soprattutto nelle zone
di frontiera fra Algeria, Mauritania e Niger, evitando di andare verso la Libia,
o altri Stati Nord-Africani, in quanto questi Paesi erano maggiormente
attrezzati per il loro respingimento; diversamente la Mauritania, il Niger e il
Mali non avevano le risorse umane e tecnologiche per un adeguato controllo
transfrontaliero. Probabilmente questi fuoriusciti hanno costituito i nuclei
originari di Boko Haram, che nel dialetto locale (la lingua Hausa) può
essere tradotto 'l'educazione occidentale è sacrilega'. Il suo obiettivo è
l'opposizione alla cultura occidentale ritenuta corruttrice della purezza
dell’Islam. Per il carattere regionale e isolato Boko Haram non può essere associato
al jihadismo internazionale. L’incerta linea
gerarchica, la struttura poco chiara, la divisione in fazioni, una catena di
comando non univoca, si traducono in un problema di rappresentatività che rende
difficili negoziazioni con le istituzioni governative nigeriane. I membri
di Boko Haram per il loro violento integralismo vengono definiti i 'talebani
nigeriani'. Il movimento jihadista si avvale anche di attacchi
suicidi eseguiti da bambini, che hanno come obiettivo interi villaggi, nei
quali vengono consumati massacri all'interno di scuole e chiese, e rapimenti di
intere collettività. Alcuni analisti, in relazione al numero e alla violenza
delle iniziative terroristiche e alla moltitudine delle persone trucidate,
considerano il livello di pericolosità del movimento superiore a quello
dell'Isis. Roberto Rapaccini
Grammatica del mondo islamico, Medio Oriente, dialogo interreligioso, interetnico e multiculturale, questioni di geopolitica, immigrazione.
domenica 13 dicembre 2020
LA NIGERIA E I TERRORISTI DI BOKO HARAM, PER ALCUNI PIU' PERICOLOSI DELL'ISIS (26 maggio 2017)
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