Questo commento fa seguito ai precedenti relativi alla strage di Orlando. La
consumazione di questo atto terroristico si presta a tante possibili letture.
Resta sullo sfondo la facilità con la quale chiunque, anche uno squilibrato,
negli Stati Uniti possa entrare in possesso di armi e stroncare vite umane.
Anche la professionalità dell'apparato di prevenzione è stata destinataria di
critiche perché avrebbe dimostrato dei limiti nell'attività di intelligence:
l'attentatore infatti era conosciuto agli operatori di polizia ai quali
tuttavia sfuggirono le sue potenzialità criminali, che poi si sono
concretizzate nel tragico eccidio. La matrice jihadista e
quella omofoba sono state oggetto di facili e faziose strumentalizzazioni. È
tipico dei nostri tempi che le manifestazioni di devianze, come le gesta di un
balordo inconsapevole, possano essere enfatizzate e collocate all'interno di
una strategia superiore, assumendo un'improbabile dignità seppur negativa. Compito
difficile della prevenzione è individuare gli elementi prognostici di una
personalità potenzialmente omicida, per sottoporla a una sorveglianza o a
provvedimenti preventivi necessari e consentiti. Accade spesso infatti che, nel
ricostruire la pregressa esistenza di soggetti pluriomicidi, siano individuati
elementi che, se presi in considerazione in precedenza, potevano costituire un
preavviso della successiva grave manifestazione violenta. Naturalmente i
criteri prognostici di una personalità gravemente incline a delinquere devono
essere altamente selettivi, in quanto l'intelligence di nessun
Paese in momenti di grave emergenza terroristica ha mezzi e uomini per adottare
misure di prevenzione nei riguardi di tutti i soggetti potenzialmente
pericolosi per la pubblica incolumità. L'attività di vigilanza si
concreta sempre in una delicata, difficile e complessa sfida, anche perché
qualsiasi guerra si basa sull'inganno, come si legge nel celebre e
sempre attuale libro del generale Sun Tzu[1].
Roberto Rapaccini
[1] Si
tratta del noto breve trattato di strategia militare L'Arte della
Guerra (VI-V secolo a.C.).