RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

domenica 29 novembre 2020

MORIRE PER UCCIDERE (10.2.2018)

 

A sedici anni dall’attentato alle Torri gemelle il tema del terrorismo suicida continua ad essere di particolare interesse. Esistono dei motivi forti che spingono un giovane islamico, manipolato da predicatori più anziani, a scegliere di morire per ideali religiosi, che nell’Islam hanno anche la funzione di collanti ideologici e politici. Diversamente da quello cristiano il martirio islamico non si limita al sacrificio passivo di sé stesso ma richiede iniziative per sopprimere i presunti infedeli: la vocazione ad immolarsi si fonde con quella omicida, la volontà di uccidere si unisce a quella di morire. Il martirio è un’attrattiva perché consente la santificazione, cioè il diritto di entrare in Paradiso con i privilegi che competono agli eroi della Jihad. L’importanza della morte è tale che, se l’attentatore sopravvive, la missione può paradossalmente ritenersi fallita. Un altro dato da considerare è la tenera età degli attentatori suicidi. I giovani, disorientati dal vuoto etico cioè dall’assenza di valori di riferimento, essendo alla ricerca di un’identità definita, sono vulnerabili alla propaganda jihadista, e ne subiscono la seduzione. Nell’atto suicida c’è inoltre una componente narcisistica che predispone alla rinuncia della propria vita: l’iniziativa terroristica trasforma un ordinario individuo in un angelo vendicatore che godrà della gloria di una fama postuma. La sacralità rituale che precede l’atto suicida, ben descritta nel film Paradise Now, attribuisce un duraturo protagonismo ad individui educati nell’indifferenza, ed appaga un desiderio di affermazione e di autorealizzazione. Da questo punto di vista quindi l’opzione suicida costituisce il compenso ad una frustrazione piuttosto che fondarsi un richiamo religioso. Già nella seconda metà dell’800, Dostoevskij scriveva che …gli uomini rifiutano i profeti e li uccidono. Ma adorano i martiri e onorano coloro che hanno ucciso. Roberto Rapaccini