Nei
giorni scorsi il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio
Consiglio per il Dialogo Interreligioso, è stato in visita in Arabia Sauditi:
ha avuto incontri con i vertici istituzionali del Paese e con il re Salman bin Abdulaziz.
L’evento ha un grande significato storico che tuttavia non va enfatizzato
eccessivamente. Sicuramente sulla base dell’instaurazione di queste nuove
relazioni diplomatiche, il Vaticano potrà porre le premesse per ottenere un
miglioramento delle condizioni delle comunità cattoliche in terra saudita. Per
l’Arabia Saudita l’incontro con i vertici politici del mondo cattolico inaugura
un cambiamento epocale: l’iniziativa rientra tuttavia nella più generale
strategia del leader saudita di ‘normalizzare’ il Paese, sia
nelle questioni interne che in quelle di politica estera, intrapresa con lo
scopo di un pieno inserimento della maggiore nazione del Golfo nella comunità
internazionale. Ma per cambiare non basta modificare l’ordinamento giuridico: è
necessario che si consolidi una nuova cultura sociale, politica e religiosa. Un
banale esempio. Ora le donne in Arabia Saudita possono liberamente circolare in
bicicletta (fino a qualche settimana fa non era consentito), ma vengono ancora
‘fermate’ dai poliziotti che non si sono abituati all’innovazione. Il fronte
musulmano non è unitario e quindi questa eventuale e presunta normalizzazione
di rapporti fra Islam e Cattolici impegnerebbe solo il Regno saudita. Da sempre
l’Arabia Saudita, finora con successo, cerca di accreditarsi come il
Paese leader del mondo islamico sunnita, mentre l’Iran
mantiene solidamente la leadership sciita. In proposito,
Salman bin Abdulaziz ha intrapreso anche una politica di ‘disgelo’ con lo Stato
ebraico, in contrapposizione ai sempre più delicati rapporti fra Iran e
Israele. Da queste premesse si comprende come gli incontri in questione fra lo
Stato Città del Vaticano e Regno dell’Arabia Saudita siano solo iniziative
politiche, pur sempre di grande importanza ma non suscettibili al momento di
incidere sui generali rapporti religiosi fra Islam e Cristiani. Roberto Rapaccini