Le
principali città siriane - Aleppo, Latakia, Tartus, Hama, Homs, Damasco,
Palmira, Abu Kamal - sono tornate sotto il controllo del governo centrale. L’influenza
dello Stato Islamico è invece ridotta ad una piccola area a sud est, circondata
da forze governative a ovest e forze curde a est. Il controllo curdo si
esercita su un’ampia area a nord del Paese ed include le città di Afrin, Raqqa,
Qamishli, Hasakah. Al momento il conflitto in Siria si sviluppa su due fronti.
Innanzitutto nella parte orientale di Ghouta, un distretto che si trova a 10
km. dal centro di Damasco. Per la sua prossimità alla capitale è di particolare
importanza per le forze governative la riconquista di questa enclave, al
momento in mano ai ribelli. Si tratta di un’area di 104 km2, che
ospita 400.000 civili metà dei quali sono giovani che hanno meno di 18 anni,
che è sottoposta a violentissimi bombardamenti da parte dell’aviazione siriana
e russa. Il bilancio delle vittime è molto grave perché i raid aerei continuano
anche durante i momenti quotidiani di tregua (cinque ore) concordati per
introdurre gli aiuti destinati alla popolazione. I corridoi umanitari per
l’evacuazione dei civili non sono né sicuri né praticabili. Il 24 febbraio
scorso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato (con il consenso
anche della Russia) una risoluzione - che non ha avuto pratica applicazione -
per un cessate il fuoco di 30 giorni, escluse le operazioni contro formazioni
terroristiche; nella regione operano infatti anche miliziani di Al Nustra, il
gruppo armato jihadista salafita, affiliato fino al 2016 ad Al Qaeda. Nel 2017
Turchia, Russia e Iran avevano concordato di designare la Ghouta orientale ‘una
zona di de-escalation’, ovvero inibita ai jet da combattimento siriani e russi.
L’altra zona nella quale il conflitto è particolarmente acceso è l’enclave
curda di Afrin. Infatti nel gennaio del 2018 nella Siria nord-occidentale,
vicino alla città di Afrin, la Turchia e l'esercito libero siriano (FSA) hanno
intrapreso iniziative belliche contro la YPG, l'Unità di Protezione Popolare,
una milizia molto vicina al PKK, la principale organizzazione di militanti
curdi in Turchia. Nel conflitto sono impegnate anche forze filogovernative
a sostegno della resistenza curda. Roberto Rapaccini