RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

giovedì 26 novembre 2020

LA SITUAZIONE ATTUALE IN SIRIA (4/3/2018)

 

Le principali città siriane - Aleppo, Latakia, Tartus, Hama, Homs, Damasco, Palmira, Abu Kamal - sono tornate sotto il controllo del governo centrale. L’influenza dello Stato Islamico è invece ridotta ad una piccola area a sud est, circondata da forze governative a ovest e forze curde a est. Il controllo curdo si esercita su un’ampia area a nord del Paese ed include le città di Afrin, Raqqa, Qamishli, Hasakah. Al momento il conflitto in Siria si sviluppa su due fronti. Innanzitutto nella parte orientale di Ghouta, un distretto che si trova a 10 km. dal centro di Damasco. Per la sua prossimità alla capitale è di particolare importanza per le forze governative la riconquista di questa enclave, al momento in mano ai ribelli. Si tratta di un’area di 104 km2, che ospita 400.000 civili metà dei quali sono giovani che hanno meno di 18 anni, che è sottoposta a violentissimi bombardamenti da parte dell’aviazione siriana e russa. Il bilancio delle vittime è molto grave perché i raid aerei continuano anche durante i momenti quotidiani di tregua (cinque ore) concordati per introdurre gli aiuti destinati alla popolazione. I corridoi umanitari per l’evacuazione dei civili non sono né sicuri né praticabili. Il 24 febbraio scorso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato (con il consenso anche della Russia) una risoluzione - che non ha avuto pratica applicazione - per un cessate il fuoco di 30 giorni, escluse le operazioni contro formazioni terroristiche; nella regione operano infatti anche miliziani di Al Nustra, il gruppo armato jihadista salafita, affiliato fino al 2016 ad Al Qaeda. Nel 2017 Turchia, Russia e Iran avevano concordato di designare la Ghouta orientale ‘una zona di de-escalation’, ovvero inibita ai jet da combattimento siriani e russi. L’altra zona nella quale il conflitto è particolarmente acceso è l’enclave curda di Afrin. Infatti nel gennaio del 2018 nella Siria nord-occidentale, vicino alla città di Afrin, la Turchia e l'esercito libero siriano (FSA) hanno intrapreso iniziative belliche contro la YPG, l'Unità di Protezione Popolare, una milizia molto vicina al PKK, la principale organizzazione di militanti curdi in Turchia. Nel conflitto sono impegnate anche forze filogovernative a sostegno della resistenza curda. Roberto Rapaccini