La situazione dell'istruzione femminile nei Paesi
islamici è estremamente varia, con notevoli differenze tra le nazioni. Negli
ultimi decenni si sono registrati progressi significativi nell'accesso delle
donne all'istruzione scolastica e universitaria. In alcuni Paesi arabi il
numero di donne iscritte all'università ha superato quello degli uomini. Ad
esempio, negli Emirati Arabi Uniti, le donne costituiscono il 70% dei laureati,
con una forte presenza (56%) nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria
e Matematica). Anche in Giordania, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, le studentesse
mostrano un crescente interesse per le materie STEM, superando in alcuni casi i
colleghi maschi. Nonostante i progressi, persistono sfide importanti. In alcune
regioni il tasso di analfabetismo femminile rimane elevato: in Medio Oriente,
ad esempio, circa il 42% delle donne sopra i 15 anni è analfabeta. L'istruzione
femminile nei Paesi islamici riflette la condizione generale delle donne: in
Tunisia le donne godono di maggiore libertà e diritti e questo ha come
corollario una maggiore emancipazione, mentre in altre nazioni le donne
affrontano restrizioni significative che si riflettono nell'accesso
all'istruzione e nella partecipazione sociale. Nonostante il crescente livello
di istruzione la partecipazione femminile al mercato del lavoro rimane bassa in
molti Paesi arabi a causa di norme culturali e sociali che scoraggiano
l'occupazione femminile. Per affrontare queste sfide Islamabad ha recentemente
ospitato (12-13 gennaio) una conferenza internazionale sull'accesso delle donne
all'istruzione, organizzata dal governo pakistano in collaborazione con la Lega
Musulmana Mondiale e l'Organizzazione della Cooperazione Islamica. Tra i
partecipanti sono stati presenti il Segretario Generale della Lega Musulmana
Mondiale, il Primo Ministro pakistano e Malala Yousafzai, premio Nobel per la
Pace nel 2014. La conferenza ha riunito accademici, attivisti per i diritti
umani e rappresentanti governativi di nazioni islamiche. Al termine dell’incontro
è stata adottata una Dichiarazione che esorta i governi dei Paesi a maggioranza
musulmana a promuovere il diritto all'istruzione femminile. Uno dei punti
centrali è la richiesta ai governi musulmani di adottare politiche inclusive,
investire in infrastrutture scolastiche e contrastare la discriminazione di
genere. Inoltre, si è evidenziata la necessità di fornire incentivi economici
alle famiglie affinché le bambine possano completare il loro percorso
scolastico. In diverse nazioni islamiche le disparità di genere nell'istruzione
persistono a causa di povertà, matrimoni precoci e resistenze culturali.
L'organizzazione di questa conferenza è stata interpretata anche come una
iniziativa strategica del Pakistan nei confronti dell’Afghanistan, dove il
regime talebano ha imposto divieti e ostacoli all'istruzione femminile. Nella
sostanza è stato lanciato un segnale all'emirato islamico afghano, esortandolo
a riconsiderare le sue politiche restrittive e ad allinearsi agli standard
internazionali sui diritti umani. Per questo risvolto politico alcuni esponenti
talebani hanno definito il convegno un'interferenza negli affari interni
afghani. Alcuni esperti ritengono che la Dichiarazione adottata possa
rappresentare un primo passo verso una maggiore pressione sull'Afghanistan
affinché riveda le sue politiche restrittive. La conferenza ha ricevuto il
plauso di diverse organizzazioni internazionali per i diritti umani, che hanno
sottolineato l'importanza del dialogo e dell'impegno per migliorare l'accesso all'istruzione
femminile nei Paesi musulmani. La Dichiarazione di Islamabad rappresenta un
punto di partenza, ma la sua efficacia dipenderà dalla volontà dei governi nel
tradurre le raccomandazioni in azioni ed iniziative politiche di implementarne
i propositi. Se i Paesi che hanno sottoscritto la Dichiarazione adotteranno
misure concrete, come investimenti nell'istruzione, riforme legislative e
incentivi economici per le famiglie, allora si potranno ottenere progressi
reali. Tuttavia, in contesti come l'Afghanistan, dove il regime talebano ha
dimostrato rigidità sulle politiche educative, la pressione diplomatica e
internazionale sarà determinante per ottenere risultati tangibili. In
definitiva, la conferenza ha posto un'importante base per il dibattito sull'istruzione
femminile nei Paesi musulmani, ma la sua efficacia si misurerà nel lungo
periodo, in base alle azioni concrete che seguiranno le dichiarazioni di
intenti. RR
Grammatica del mondo islamico, Medio Oriente, dialogo interreligioso, interetnico e multiculturale, questioni di geopolitica, immigrazione.
PAESI DELLA LEGA ARABA

TESTO SC.
martedì 18 febbraio 2025
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