RASSEGNA STAMPA S.

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PAESI DELLA LEGA ARABA

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La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

mercoledì 15 gennaio 2025

ROMANIA, DEMOCRAZIA A RISCHIO, CITTADINI IN PIAZZA, SALE LA TENSIONE (Gennaio 2025)

Lo svolgimento delle recenti elezioni presidenziali in Romania è stato oggetto di evoluzioni particolarmente sensibili. Il 6 dicembre u.s. la Corte Costituzionale ha infatti annullato i risultati del primo turno, che si era svolto il 24 novembre u.s., a causa di sospette interferenze russe a favore del candidato ultranazionalista e filorusso Călin Georgescu. In risposta, il governo rumeno ha fissato nuove date per le elezioni: il primo turno si terrà il 4 maggio u.s., e l'eventuale ballottaggio il 18 maggio u.s. Nel frattempo, la coalizione di governo ha scelto Crin Antonescu, ex presidente del Senato e figura di spicco del Partito Nazionale Liberale (PNL), come candidato unico. I sondaggi indicano che Georgescu mantiene un significativo sostegno popolare, con oltre il 40% delle preferenze nonostante le accuse di legami con Mosca, che lui continua a negare. Questa situazione ha generato tensioni nel Paese. Il 12 gennaio u.s. decine di migliaia di persone sono scese in piazza a Bucarest per protestare contro l'annullamento delle elezioni e chiedere le dimissioni dell'attuale presidente Klaus Iohannis. La situazione riflette uno scontro tra le spinte populiste e filo nazionaliste, che trovano terreno fertile in un elettorato disilluso, e le forze filoccidentali che cercano di mantenere l’equilibrio istituzionale. La comunità internazionale, preoccupata per le potenziali implicazioni sulla stabilità politica e sulla sicurezza nella regione, osserva con attenzione l'evolversi della situazione politica del Paese, che riflette un momento di grande tensione e di incertezza istituzionale, con implicazioni significative per il futuro della nazione. Infatti, l'annullamento del primo turno delle elezioni presidenziali da parte della Corte Costituzionale rappresenta un evento senza precedenti nella storia recente della Romania e pone interrogativi sulla stabilità democratica e sulla capacità del Paese di gestire influenze esterne. In proposito, la sentenza di annullamento da un lato ha mostrato la volontà delle istituzioni di proteggere il processo democratico, ma dall'altro, di fatto, ha alimentato un clima di confusa sfiducia tra i cittadini. Come già detto, nonostante le accuse di interferenze russe siano gravi, il sostegno popolare per Călin Georgescu rimane significativo. Questa peculiarità, sintomatica di una polarizzazione politica che potrebbe acuirsi nei prossimi mesi, solleva un dilemma: in casi come questo, è possibile proteggere l'integrità del voto senza apparire un'autorità che sovverte la volontà popolare? Le elezioni presidenziali non sono solo una questione interna, ma hanno anche rilevanza strategica per gli equilibri regionali. La Romania, infatti, è in una posizione geopolitica delicata, essendo un membro dell'Unione Europea e della Nato, ma, nello stesso tempo, è soggetta a influenze esterne, in particolare della Russia. Un presidente percepito come troppo vicino a Mosca potrebbe minare le relazioni con i partner occidentali e creare frizioni nel contesto europeo. Le manifestazioni di massa a Bucarest mostrano che la società civile rumena è vigile e pronta a scendere in piazza per difendere la democrazia. Tuttavia, la frammentazione delle posizioni, tra chi sostiene l'annullamento delle elezioni e chi lo considera un abuso di potere, rischia di creare nel Paese fratture difficili da ricomporre. È essenziale che il governo e le istituzioni dialoghino con la popolazione per evitare che la crisi di legittimità si trasformi in una crisi sociale. L’Unione Europea, nonostante la prassi di non interferire nelle questioni costituzionali interne degli Stati Membri al fine di rispettare la sovranità nazionale e l'indipendenza delle istituzioni giudiziarie nazionali, considerata l'importanza di garantire processi elettorali liberi ed equi in tutti gli Stati membri, monitora attentamente la situazione.