Le
fatwa (naturalmente si tratta di una parola araba) sono sentenze o pareri su
una questione riguardante l’interpretazione o l’applicazione della legge
islamica emessi da un’autorità religiosa. La fatwa normalmente contiene una
motivazione che può essere anche ancorata a precedenti pronunce; questo non
esclude che alcune fatwa possano essere in contraddizione fra di loro. La nota
fatwa emessa dall’ayatollah Khomeini nel 1989 che disponeva la morte dello
scrittore Salman Rushdie ha diffuso in Occidente la convinzione errata che
tutte le fatwa contengano condanne o ordini di esecuzione. La condanna a morte
è un caso raro: si emettono fatwa su argomenti di ogni tipo, dal matrimonio agli
affari economici. In Egitto esistono dei call center dove si propongono fatwa
quotidianamente su qualunque argomento. Alcune fatwa hanno poi riguardato
programmi televisivi: milioni di telespettatori, che seguivano un'edizione del
'Grande Fratello' trasmessa da un'emittente libanese, hanno ricevuto una
fatwa perché il programma è stato censurato in quanto ritenuto inadeguato. Il
gioco del calcio ha ricevuto una fatwa perché sarebbe monopolio di ebrei e
cristiani. Uno sceicco sembra che abbia emesso una fatwa sul sesso
dicendo che non lo si può fare da nudi, ma un altro sceicco avrebbe risposto
che si può fare da nudi purché i partner non si guardino fra loro. La
mancanza nell’Islam di una gerarchia ufficialmente riconosciuta rende
generalmente i contenuti delle fatwa non pienamente vincolanti per i fedeli,
che dovrebbero valutarne il carattere cogente soprattutto dall’autorevolezza di
chi lo ha emessa. L'assenza, in ambiente sunnita, di un clero, com'è noto, è
fondata sull’assunto che non si ritiene che possa esistere un intermediario fra
Dio e le sue creature. Pertanto, non sono gerarchia religiosa gli imam,
incaricati dalla comunità dei fedeli - per le loro conoscenze religiose -
di guidare la preghiera, gli ulema, studiosi esperti nell’applicazione pratica
del Corano, i muftì, che formulano pareri sulle fattispecie giuridiche astratte
e quindi senza entrare nel merito di una questione concreta, i qadì, che sono i
giudici dei tribunali sciaraitici, che giudicano avendo come riferimento la
Sharia - la legge islamica - e che oggi sono quasi integralmente sostituiti dai
tribunali di Stato. Carattere ufficiale hanno invece gli ayatollah, che
in ambito sciita costituiscono un vero e proprio clero. Le fatwa purtroppo
hanno svolto 'di fatto' anche una funzione di promozione del terrorismo. Il
terrorista di matrice islamica, infatti, poiché i suoi atti sono ispirati dalla
fede sebbene malintesa, deve essere rassicurato circa la conformità delle sue
iniziative ai principi religiosi. In proposito, i contenuti delle fatwa,
ampiamente discrezionali e talvolta arbitrari e in contraddizione fra di loro,
consentono di trovare una giustificazione a qualsiasi condotta, anche la più
violenta. Per quanto è stato detto si comprende l'importanza della notizia
riportata qualche giorno fa nell'editoriale del quotidiano di lingua inglese
'The National' pubblicato a Dubai, negli Emirati Arabi. L'editoriale ha reso
noto che la scorsa settimana al Cairo si sono riuniti esperti di diritto
islamico e religiosi musulmani sunniti per dare ordine al mondo anarchico e
spesso estremistico delle fatwa. È stata evidenziata innanzitutto l’importanza
che le fatwa abbiano un carattere moderato al fine di contrastare chi
cerca di giustificare le atrocità commesse in nome dell’Islam. Le fatwa
dovranno pertanto enfatizzare gli insegnamenti islamici più moderati, ed essere
espresse in modo da coinvolgere le persone più giovani, che normalmente sono
l’obiettivo del reclutamento fondamentalista. Per ogni fatwa ispirata al
fondamentalismo violento dovrebbe esserci una contro-fatwa che metta in luce il
vuoto morale della precedente. Analogamente per ogni sito internet creato dagli
islamisti radicali dovrebbe essercene uno con un contro-messaggio. In questo
modo - dicono gli esperti - si promuove la conoscenza del vero volto
dell’Islam. Se gli esperti di diritto hanno un ruolo fondamentale
nell’interpretazione del credo islamico, ogni fedele ha altresì il dovere di
disseminare messaggi dai contenuti pacifici. Questa nuova politica delle fatwa
ha un ulteriore corollario positivo: contrastando l'anarchia interpretativa del
Corano, si afferma l'immagine unitaria di un Islam moderato. Roberto Rapaccini