RASSEGNA STAMPA S.

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PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

martedì 6 giugno 2023

DEMOCRAZIA E ISRAELE (20-8-2015)

 


Ricordo che qualche anno fa Roberto Saviano venne da alcuni aspramente criticato per aver affermato il carattere democratico dello Stato di Israele. Credo che quelle censure fossero frutto di ignoranza se non di malafede. Infatti, Israele è oggettivamente una democrazia, l'unica oasi di pluralismo in una regione caratterizzata da  regimi autoritari. Naturalmente affermare questo aspetto positivo non implica necessariamente la condivisione delle scelte di politica estera o interna della nazione israeliana  ma semplicemente riconoscere che queste sono l'esito di un libero dibattito in seno alla vita istituzionale. Ad esempio, personalmente mi sembra inopportuna e fuori tempo la rigidità politica di Netanyahu, che tuttavia è legittimamente ai vertici istituzionali del Paese in quanto è il leader del Likud, il partito che ha vinto le elezioni. Le perplessità sulla democraticità di Israele derivano anche da un pregiudizio sul suo diritto di autodeterminazione, sulle modalità attraverso le quali esercita le sue esigenze di difesa, nonché sull'approccio alla questione palestinese; più precisamente in quest'ultimo caso sono oggetto di critica l’insediamento di Israele nei territori arabi e l’atteggiamento nei confronti dei Palestinesi. In proposito, l’Onu ha adottato risoluzioni che chiedono il ritorno di Israele alle frontiere del 1967. L’avversione che alcuni nutrono nei confronti della politica del governo israeliano può essere fonte di antisemitismo per chi erroneamente identifica lo Stato di Israele con lo Stato degli Ebrei. In  realtà gli Ebrei in Israele sono poco più del 75% circa, mentre i rimanenti non ebrei sono principalmente arabi. Questi cittadini israeliani vengono definiti cittadini arabi di Israele. Si tratta per lo più di palestinesi di lingua araba e di religione generalmente musulmana o cristiana. Non vi è quindi coincidenza fra la parola israeliano - che esprime la nazionalità - ed ebreo, che indica l’appartenenza a un contesto religioso e culturale oltre che ad una etnia. La confusione fra antisraelismo e antisemitismo è evidente quando all’estero sono oggetto di insulti razzisti antiebraici le rappresentanze o i team sportivi israeliani: in teoria un team sportivo israeliano potrebbe anche essere composto da elementi di sola etnia araba. Il Gutman Center presso l’Israel Democracy Institute - un ente di studio indipendente - ha effettuato in passato un monitoraggio della società  israeliana  per stabilire, in base a oggettivi 'indici di democrazia', se vengono attuati gli ideali democratici fondamentali.  Nello studio comparativo con altri Paesi, Israele si piazza tra nazioni come Danimarca, Olanda e Finlandia e risulta quindi del tutto assimilabile alle democrazie occidentali. Va aggiunto che non è facile conservare una struttura democratica quando si vive in una condizione di costante emergenza. Un altro pregiudizio da rivedere è considerare un monolite antiarabo la società di quel Paese, che al contrario è composita, articolata e animata, sebbene condizionata dalle esigenze di sicurezza. A conferma, recentemente il Capo dello Stato Reuven Rivlin ha denunciato debolezze nella lotta delle autorità contro il terrorismo ebraico e condannato con grande determinazione l'uccisione del bimbo palestinese Ali Dawabseh. Per tutto questo le censure mosse a Roberto Saviano per aver affermato la democraticità dello Stato di Israele sono infondate. Per dovere di verità Roberto Rapaccini