Ricordo
che qualche anno fa Roberto Saviano venne da alcuni aspramente criticato per
aver affermato il carattere democratico dello Stato di Israele. Credo che quelle
censure fossero frutto di ignoranza se non di malafede. Infatti, Israele è
oggettivamente una democrazia, l'unica oasi di pluralismo in una regione
caratterizzata da regimi autoritari. Naturalmente affermare questo
aspetto positivo non implica necessariamente la condivisione delle scelte di
politica estera o interna della nazione israeliana ma semplicemente
riconoscere che queste sono l'esito di un libero dibattito in seno alla vita
istituzionale. Ad esempio, personalmente mi sembra inopportuna e fuori tempo la
rigidità politica di Netanyahu, che tuttavia è legittimamente ai vertici
istituzionali del Paese in quanto è il leader del Likud, il partito che ha
vinto le elezioni. Le perplessità sulla democraticità di Israele derivano anche
da un pregiudizio sul suo diritto di autodeterminazione, sulle modalità
attraverso le quali esercita le sue esigenze di difesa, nonché sull'approccio
alla questione palestinese; più precisamente in quest'ultimo caso sono oggetto
di critica l’insediamento di Israele nei territori arabi e l’atteggiamento nei
confronti dei Palestinesi. In proposito, l’Onu ha adottato risoluzioni che
chiedono il ritorno di Israele alle frontiere del 1967. L’avversione che alcuni
nutrono nei confronti della politica del governo israeliano può essere fonte di
antisemitismo per chi erroneamente identifica lo Stato di Israele con lo Stato
degli Ebrei. In realtà gli Ebrei in Israele sono poco più del 75% circa,
mentre i rimanenti non ebrei sono principalmente arabi. Questi cittadini
israeliani vengono definiti cittadini arabi di Israele. Si tratta per lo più di
palestinesi di lingua araba e di religione generalmente musulmana o cristiana.
Non vi è quindi coincidenza fra la parola israeliano - che esprime la
nazionalità - ed ebreo, che indica l’appartenenza a un contesto religioso e
culturale oltre che ad una etnia. La confusione fra antisraelismo e
antisemitismo è evidente quando all’estero sono oggetto di insulti razzisti
antiebraici le rappresentanze o i team sportivi israeliani: in teoria un team sportivo
israeliano potrebbe anche essere composto da elementi di sola etnia araba. Il
Gutman Center presso l’Israel Democracy Institute - un ente di studio
indipendente - ha effettuato in passato un monitoraggio della società
israeliana per stabilire, in base a oggettivi 'indici di democrazia', se
vengono attuati gli ideali democratici fondamentali. Nello studio
comparativo con altri Paesi, Israele si piazza tra nazioni come Danimarca,
Olanda e Finlandia e risulta quindi del tutto assimilabile alle democrazie
occidentali. Va aggiunto che non è facile conservare una struttura democratica
quando si vive in una condizione di costante emergenza. Un altro pregiudizio da
rivedere è considerare un monolite antiarabo la società di quel Paese, che al
contrario è composita, articolata e animata, sebbene condizionata dalle
esigenze di sicurezza. A conferma, recentemente il Capo dello Stato Reuven
Rivlin ha denunciato debolezze nella lotta delle autorità contro il terrorismo
ebraico e condannato con grande determinazione l'uccisione del bimbo
palestinese Ali Dawabseh. Per tutto questo le censure mosse a Roberto
Saviano per aver affermato la democraticità dello Stato di Israele sono
infondate. Per dovere di verità Roberto Rapaccini