Come si è detto nel precedente post, l'Isis gode di grandissime
disponibilità economiche, che così approssimativamente sono state stimate:
· dal commercio del petrolio (molti
giacimenti che l'Isis controlla sono in territorio ex-iracheno) provengono 480
milioni di dollari l'anno (429 milioni di euro);
· dalle tasse imposte in maniera quasi
estorsiva sui residenti nei territori occupati (parte della Siria, parte
dell'Iraq, ma anche parte della Libia - si tratta di circa 8 milioni di
persone) provengono 48 milioni di dollari al mese (42,9 milioni di euro);
· dalle estorsioni a cui sono sottoposti
commercianti, professionisti, camionisti, cittadini, provengono 20 milioni di
dollari l'anno (17,8 milioni di euro);
· dal contrabbando delle opere d'arte,
trafugate soprattutto dai siti archeologici siriani, provengono 100 milioni di
dollari l'anno (89,3 milioni di euro);
· da donazioni di soggetti pubblici e
privati di carattere religioso sunnita nel biennio 2013 - 2014 sono giunti 40
milioni di dollari (35,7 milioni di euro).
Forse ingenti e imprecisati occulti finanziamenti provengono da
alcune monarchie del Golfo, seppur formalmente schierate nella coalizione
anti-Isis. Il Califfato ha un vero e proprio Ministero dell'Economia che controlla
e gestisce le entrate e le uscite. Inoltre le minoranze etniche e religiose,
cristiani compresi, per poter restare in quei territori sono costretti a subire
particolari vessazioni, anche economiche, conformemente a quanto prescrive la
Sharia con l'istituto della Dhimma. Si comprende facilmente come l'interruzione
di questi flussi finanziari, ancor più delle iniziative militari, possa essere
un fattore fondamentale nella sconfitta dello Stato Islamico. In proposito il
congelamento dei flussi finanziari ha avuto un'importanza decisiva nel
ridimensionamento di Al Qaeda. Tuttavia, poiché l'Isis, diversamente da Al
Qaeda, ha un territorio e degli abitanti, è presumibile che un taglio alle
fonti di finanziamento si tradurrebbe in una catastrofe umanitaria, in quanto
in concreto il sacrificio economico ricadrebbe drammaticamente sulla
popolazione. Non è una novità che la gente comune paghi il prezzo diretto o
indiretto delle folli iniziative di pochi sconsiderati. Roberto Rapaccini