I gravi
fatti avvenuti domenica scorsa in Egitto suscitano molte riflessioni.
Innanzitutto ancora una volta si è dovuto constatare che il martirio dei
cristiani non fa notizia. Subito dopo il grave recente attentato in Svezia
giustamente la Rai ha allestito uno speciale che ha occupato l'intera serata.
Il giorno dei due attentati in Egitto mi aspettavo un'analoga iniziativa,
non solo per la gravità in sé degli eventi, ma per le sensibili ripercussioni
legate alla situazione della sicurezza in relazione alla programmata visita di
Papa Francesco. Inaspettatamente i sevizi giornalistici del principale canale
televisivo della Rai domenica sera hanno ritenuto prioritario richiamare alla
memoria dei telespettatori con uno 'speciale' le vicende della nave Concordia e
del suo comandante Schettino. Volendo evitare spunti polemici, lascio ad
ognuno le valutazioni del caso. I crimini in questione hanno confermato che il
presidente Al Sisi, nonostante l'impronta autoritaria imposta al governo del
Paese, non sembra che riesca a garantire il controllo della sicurezza da parte
dei poteri centrali. Probabilmente la messa al bando dei Fratelli Musulmani,
movimento influente e radicato nel territorio, responsabile di un tentativo di
islamizzazione della nazione, non si è rivelata una scelta opportuna; al
contrario ha indebolito il regime. Come già accennato, le stragi nelle
chiese copte creano un allarme sulla programmata visita in Egitto del Papa. Il
Pontefice probabilmente non rivedrà il suo programma pastorale, ma la visita
risulterà sensibilmente condizionata dalle esigenze di sicurezza. Lo Stato
Islamico, interessato ad accreditarsi all'interno della galassia islamica come unico
esponente dell'Islam autentico, persegue l'obiettivo di vestire di islamismo le
sue spietate e crudeli iniziative terroristiche, mirando a trasformare lo
scontro in atto in un conflitto di religione. La persecuzione dei cristiani
nell'immaginario musulmano si configura come un attacco all'Occidente. Ma i
cristiani non vivono solo in Europa o negli Stati più industrializzati. In
realtà in una condizione minoritaria, di insicurezza, di povertà e non
considerati dalle istituzioni nazionali e internazionali abitano in molti Paesi
del Terzo Mondo. Le loro storie, spesso drammatiche, sono ignorate. La tutela
di queste comunità cristiane non è una questione nè di religione nè di civiltà,
ma esclusivamente di crescita della sensibilità della coscienza civile
dell'opinione pubblica mondiale. Anche i fedeli islamici non sono più ai
margini dell'occidente ma risiedono al suo interno. Piuttosto che perderci
nell'oceano delle contrapposizioni o nella costruzione di barriere, sarebbe
opportuno che in tutti noi maturasse una giusta percezione delle esigenze di
libertà, giustizia, sicurezza, solidarietà e laicità, che possa rettamente
orientare le nostre scelte individuali e collettive. Roberto Rapaccini