È
inflazionato lo slogan aiutiamoli a casa loro. Di per sé questa
affermazione avrebbe un senso positivo se si traducesse nella volontà di porre
le premesse per interventi per rendere i potenziali migranti realmente liberi
di restare o di partire. Non è sufficiente destinare fondi, in quanto gli
interventi finanziari o i flussi di denaro devono essere strategicamente
orientati. Alcuni studi hanno evidenziato che il sostegno al reddito
individuale incoraggia le partenze, mentre gli investimenti nei servizi e nelle
infrastrutture spingono la popolazione a restare. È necessario che siano protetti
i mercati interni al fine di favorire lo sviluppo di un’economia basata sul
consumo della produzione locale. Diversamente il modello imposto dalle
organizzazioni internazionali prevede il ricorso al libero scambio, che in
concreto privilegia l’esportazione dei beni di prima necessità, pertanto
sottratti al consumo interno. Conseguentemente la popolazione africana deve
destinare la disponibilità economica individuale all’acquisto di beni di
importazione penalizzando la produzione e l’industria nazionale. A questa
povertà contribuiscono anche forme di neocolonialismo come il land grabbing,
l’accaparramento di terre fertili da parte di Stati stranieri, gruppi e aziende
multinazionali, che si giovano anche di collusioni con politici e funzionari
governativi. Ai piccoli agricoltori resta la prospettiva di abbandonare il
proprio Paese. Senza cadere in facili moralismi si deve considerare che i
flussi migratori clandestini sono alimentati anche da conflitti bellici, spesso
armati dalle industrie occidentali. RR lo slogan aiutiamoli a casa
loro. Di per sé questa affermazione avrebbe un senso positivo se si
traducesse nella volontà di porre le premesse per interventi per rendere i
potenziali migranti realmente liberi di restare o di partire. Non è sufficiente
destinare fondi, in quanto gli interventi finanziari o i flussi di denaro
devono essere strategicamente orientati. Alcuni studi hanno evidenziato che il
sostegno al reddito individuale incoraggia le partenze, mentre gli investimenti
nei servizi e nelle infrastrutture spingono la popolazione a restare. È
necessario che siano protetti i mercati interni al fine di favorire lo sviluppo
di un’economia basata sul consumo della produzione locale. Diversamente il
modello imposto dalle organizzazioni internazionali prevede il ricorso al
libero scambio, che in concreto privilegia l’esportazione dei beni di prima
necessità, pertanto sottratti al consumo interno. Conseguentemente la
popolazione africana deve destinare la disponibilità economica individuale
all’acquisto di beni di importazione penalizzando la produzione e l’industria
nazionale. A questa povertà contribuiscono anche forme di neocolonialismo come
il land grabbing, l’accaparramento di terre fertili da parte di Stati
stranieri, gruppi e aziende multinazionali, che si giovano anche di collusioni
con politici e funzionari governativi. Ai piccoli agricoltori resta la
prospettiva di abbandonare il proprio Paese. Senza cadere in facili moralismi
si deve considerare che i flussi migratori clandestini sono alimentati anche da
conflitti bellici, spesso armati dalle industrie occidentali. Roberto Rapaccini
Grammatica del mondo islamico, Medio Oriente, dialogo interreligioso, interetnico e multiculturale, questioni di geopolitica, immigrazione.
mercoledì 4 novembre 2020
IL PRINCIPIO ‘AIUTIAMOLI A CASA LORO’ (5.7.2019)
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VOCI FUORI DAL CORO e APPUNTI SU ISLAM E MONDO ARABO Rassegna Stampa Settimanale 30.12.2024 – 7.1.2025 Clicca sul titolo per legg...
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ELENCO DEI POST (CLICCA SUL TITOLO - ATTENZIONE ALL'ANNO DI PUBBLICAZIONE ) AFGHANISTAN: MUJAHEDDIN, TALEBANI, STATO ISLAMICO (2018) AFR...
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Premessa Con il termine Islam politico si evidenzia l’attitudine della religione islamica ad estendere l’applicazione dei propri principi...