Qualche
giorno fa il network Al Jazeera ha comunicato che il terrorista pakistano
Khalid Sheikh Mohammed, attualmente detenuto nel campo di prigionia di
Guantanamo in quanto accusato di gravissimi crimini tra cui importanti
responsabilità nell’attacco al World Trade Center l’11 settembre del 2001,
sarebbe disponibile a evidenziare nel corso di un procedimento giudiziario il
coinvolgimento dell’Arabia Saudita negli attacchi terroristici del 2001,
qualora le autorità statunitensi rinuncino alla richiesta di pena capitale nei
suoi confronti. Probabilmente la decisione sull’istanza risentirà
anche di valutazioni extragiudiziali e in particolare di carattere politico.
Com’è noto la monarchia Saudita è di fede religiosa ‘wahabita’, una versione
estremamente rigida dell’Islam che insiste su un'interpretazione rigorosamente
letterale del Corano. Sono stati spesso evidenziati legami fra potentati
sauditi e fondamentalisti islamici in Paesi europei anche attraverso il
supporto al ‘wahabismo’ mediante organizzazioni filantropiche come la World
Assembly of Muslim Youth che fa parte della Lega mondiale islamica (è una ONG
con sede principale a Jeddah, in Arabia Saudita, dove è stata fondata nel 1972;
il suo obiettivo principale è quello di diffondere gli insegnamenti del vero
Islam). Tuttavia l’Arabia Saudita è un tradizionale e strategico alleato, anche
in funzione anti-iraniana, degli Stati Uniti. Questa alleanza (rafforzata anche
da importanti accordi commerciali) sembra essersi ulteriormente consolidata
sotto l’amministrazione Trump. Pertanto anche se viene segnalata da parte di
alcuni politici e funzionari occidentali l’opportunità di imporre all’Arabia
Saudita sanzioni per fermare il finanziamento di gruppi estremisti di matrice
islamica, sembra improbabile che verranno gravate da embargo le esportazioni di
petrolio saudite (come è avvenuto per l’Iran per il suo programma nucleare).
Successivamente, qualche giorno dopo l’articolo di al Jazeera, in Arabia
Saudita il network Arab News riprendendo un tweet del New York Times, ha sostenuto
che si può affermare ‘con certezza’ che il Qatar (potenza regionale rivale
dell’Arabia Saudita) supporta il terrorismo. Anche attraverso
l’accusa di finanziare il terrorismo di matrice islamica si consuma il latente
conflitto regionale nel Golfo Persico per la leadership sunnita nel mondo
arabo. Roberto Rapaccini
Grammatica del mondo islamico, Medio Oriente, dialogo interreligioso, interetnico e multiculturale, questioni di geopolitica, immigrazione.
lunedì 9 novembre 2020
ARABIA SAUDITA E TERRORISMO (31.7.2019)
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