RASSEGNA STAMPA S.

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PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

martedì 22 aprile 2025

FRANCESCO, NELLA SCENA INTERNAZIONALE UNA VOCE MORALE NELLA POLITICA MONDIALE




Ieri Papa Francesco ci ha lasciati. Il camerlengo Farrell da Casa Santa Marta così ha ufficialmente annunciato la sua morte: …alle ore 7:35 di questa mattina (ieri 21 aprile, N.d.R.) il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. Nella storia recente pochi leader religiosi hanno inciso così profondamente come lui nel panorama politico globale. Il suo pontificato ha segnato una svolta nella presenza della Chiesa Cattolica sulla scena internazionale. Non solo una guida spirituale per oltre un miliardo di fedeli: il Papa è stato una figura morale universale, capace di intervenire su temi cruciali, dalla pace tra le nazioni alla crisi ambientale, dalla difesa dei diritti umani al dialogo interreligioso. Sin dai primi anni del suo pontificato Francesco ha mostrato una notevole capacità diplomatica. La Santa Sede sotto la sua guida ha potuto agire come mediatore neutrale e autorevole. Alcuni esempi. È stato fondamentale il suo ruolo nel processo di riavvicinamento tra Cuba e Stati Uniti. Con discrezione ma grande efficacia ha favorito e incoraggiato il dialogo tra le due nazioni, facilitando gli incontri che hanno condotto nel 2014 alla storica ripresa dei loro rapporti diplomatici. Allo stesso modo Francesco si è espresso con forza contro le guerre in Siria, Yemen, e in particolare in Ucraina, condannando ogni forma di violenza e promuovendo il dialogo tra le parti. Le sue parole non sono mai state vuoti appelli: sono state richieste urgenti rivolte ai potenti del mondo accompagnate da azioni concrete. Nel 2019, ad esempio, ha compiuto un gesto senza precedenti baciando i piedi dei leader rivali del Sud Sudan in un appello disperato alla pace. Nel 2015 Papa Francesco ha pubblicato Laudato sì, una delle encicliche più innovative e influenti degli ultimi decenni. Per la prima volta un Papa ha affrontato il tema del cambiamento climatico in modo diretto, parlando non solo ai cattolici, ma a ogni persona che abita questo pianeta. Il messaggio è chiaro: la crisi ambientale è anche una crisi morale e sociale. L’inquinamento, lo sfruttamento delle risorse naturali, il degrado della biodiversità e il riscaldamento globale colpiscono soprattutto i poveri e i più vulnerabili. Questo documento ha avuto un’enorme risonanza a livello internazionale. È stato citato durante le conferenze sul clima (come la COP21 di Parigi) e ha ispirato movimenti ecologisti, leader politici e organizzazioni non governative. Con Laudato sì, Papa Francesco ha mostrato che l’etica cristiana può contribuire in modo decisivo al dibattito pubblico e scientifico sulle sfide più urgenti del nostro tempo. Un altro tema ricorrente del pontificato di Francesco è quello delle migrazioni e dell’accoglienza. In proposito è significativo che uno dei suoi primi viaggi fuori Roma è stato a Lampedusa, dove ha denunciato l’insufficiente sensibilità generale verso i migranti parlando di globalizzazione dell’indifferenza. Il Papa ha, inoltre, fatto della lotta alla povertà una delle sue priorità. Con parole forti ha criticato il sistema economico globale, definendolo un sistema che uccide. Francesco non era contrario al mercato in sé, ma denunciava un capitalismo senza regole, che produce esclusione sociale, disoccupazione giovanile e sfruttamento. Le sue posizioni hanno acceso dibattiti anche fuori dall’ambiente religioso, attirando l’attenzione di economisti, intellettuali e attivisti. Un altro tema al centro della sua azione è stato il dialogo tra le fedi. Nel 2019 ha firmato ad Abu Dhabi, con il Grande Imam di al-Azhar, il Documento sulla Fratellanza Umana, una dichiarazione congiunta che promuove la convivenza pacifica tra cristiani e musulmani. Questo gesto ha avuto una portata storica non solo per il contenuto, ma anche per la sua forza simbolica. Francesco ha anche rafforzato i rapporti con le comunità ebraiche e con la Chiesa ortodossa, partecipando attivamente a molti incontri ecumenici. La sua visione era chiara: solo riconoscendoci fratelli, le religioni possono essere strumenti di pace e non di divisione. Si è detto della capacità di Papa Francesco di parlare a tutti, non solo ai credenti. Le sue parole erano profondamente radicate in una visione del mondo centrata sulla dignità umana, sulla giustizia e sulla cura del creato. In proposito, pur non essendo un nativo digitale né particolarmente tecnologico per formazione o inclinazione personale, Francesco è stato senza dubbio un Papa social, ma non nel senso dell’autocelebrazione o della spettacolarizzazione della sua azione. Ha saputo usare i social media per essere vicino alle persone, lanciando messaggi in modo efficace e coerente con il suo stile comunicativo semplice e diretto. Il suo modo molto lontano dalla logica dello scontro tipica dei social, era proprio per questo estremamente efficace. In un’epoca segnata da crisi multiple - sanitarie, sociali, ambientali, politiche - la figura del Papa, grazie al suo attivismo, si è imposta come coscienza critica del nostro tempo, capace di mettere in discussione le scelte dei potenti e di ispirare l’azione delle persone comuni. Papa Francesco ha ridefinito il ruolo del Papato. Con coraggio e umiltà ha portato la voce della Chiesa laddove più si avvertiva il bisogno di giustizia e speranza,  esercitando un’influenza profondissima grazie alla coerenza tra ciò che diceva e ciò che faceva. La sua personalità era una bussola etica e un richiamo alla responsabilità collettiva. Le sue iniziative hanno mostrato che la fede può essere una forza reale di cambiamento. Ciò premesso, la scomparsa di Papa Francesco lascia inevitabilmente un grande vuoto. Sul fronte internazionale la sua assenza potrebbe determinare una sorta di pausa nella linea diplomatica vaticana. Come detto, Francesco ha dato impulso a una diplomazia attiva, capace di mediare in contesti delicati, opponendosi apertamente alla corsa agli armamenti e alla cultura della guerra. Quale sarà l’atteggiamento del suo successore? Sarà pronto a raccogliere questo testimone, o tornerà a un profilo più interno e spirituale lasciando alla diplomazia vaticana un ruolo più discreto? Per quanto riguarda il dialogo tra religioni, si è detto che Papa Francesco ha investito moltissimo nel promuovere la pace tra i popoli attraverso la collaborazione tra fedi diverse. Tuttavia, questi legami sono ancora giovani e delicati. La continuità di questo processo dipenderà molto dal carisma e dalla visione del prossimo Papa. In più, la morte di Francesco costringe la Chiesa a guardarsi dentro. Durante il suo pontificato non sono mancati i contrasti tra le anime più progressiste e quelle più tradizionaliste. Alcuni hanno accolto con entusiasmo le sue aperture, il suo stile semplice e diretto, la sua attenzione alle periferie del mondo. Altri, invece, hanno criticato la sua visione come troppo moderna o addirittura ambigua. Il Conclave che seguirà sarà un momento importante per capire quale direzione vorrà prendere la Chiesa: proseguire sulla strada del dialogo con il mondo contemporaneo, o rifugiarsi in una posizione più difensiva e identitaria. Ma al di là degli equilibri interni, ciò che si rischia di perdere è quella voce unica che con umiltà e fermezza è riuscita a richiamare l’umanità alle sue responsabilità, conferendo al papato il ruolo di guida morale della nostra epoca. La sua eredità non sarà facile da raccogliere. Eppure, il segno che ha lasciato è profondo. Toccherà a chi verrà dopo di lui decidere se quel seme potrà continuare a crescere o se andrà disperso. In un mondo che ha ancora sete di giustizia e di pace, la memoria di Francesco deve diventare una fonte di ispirazione per le generazioni future. Roberto Rapaccini

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