Il sito Global Influence ogni anno sulla base di
analisi compiute su media e social network arabi anche attraverso uno specifico
software individua i leader che maggiormente influenzano l’opinione pubblica e
ne determinano le aspettative. È una ricognizione importante perché consente di
conoscere i temi di particolare rilievo che si dibattono pubblicamente nei
Paesi di lingua araba. Nello scorso anno in questa speciale classifica i primi
tre posti erano occupati da teologi islamici. Quest’anno il primo religioso
‘influente’ si trova al VII posto (i successivi sono al X e al XII), mentre le
prime posizioni sono occupate da poeti, da scrittori, da giornalisti, e anche
da attivisti per i diritti umani. Pertanto, sebbene la materia religiosa
continui ad avere un ruolo centrale, si è registrato attualmente un crescente
interesse per i punti di vista degli intellettuali laici. Questi dati sono
segnali che indicano che è in atto un’evoluzione culturale in senso laico. Nel
mondo musulmano, in relazione al monopolio ideologico religioso e al suo
carattere invasivo, il termine laico non è facilmente compreso e ad esso viene
frequentemente attribuito il significato di ateo. Nella storia dei Paesi arabi
è mancato un movimento analogo al nostro Illuminismo, che, oltre a stabilire il
primato della ragione per orientare le evoluzioni della società civile, ha
stabilito con chiarezza le relazioni fra religione e politica, condizione
essenziale per lo sviluppo di principi quali la tolleranza, l’uguaglianza, il
rispetto della libertà di pensiero, nonché la libertà di culto. Roberto
Rapaccini