RASSEGNA STAMPA S.

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PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

domenica 15 novembre 2020

IL CASO DIEUDONNE (20.1.2015)

 Mentre si avvicina il 27 gennaio, giorno dedicato alla memoria della Shoah, diviene di particolare attualità il noto caso del comico francese di origine africana Dieudonné, che ha precisato di essere ‘antisionista’ e non ‘antisemita’. Il suo vergognoso show, intitolato ‘Le mur’ (un esplicito riferimento al Muro del Pianto) prima della censura del governo francese era in programma in 26 città transalpine. A Nantes la prima tappa del tour. Lo spettacolo, se così può essere definito, sembra fosse caratterizzato, non solo dai soliti  stereotipi antisemiti, come quello relativo al complotto ebraico per il dominio del mondo, ma da oscenità e gravi insulti contro la fede ebraica, come orinare su un muro metafora  del Muro del Pianto di Gerusalemme. Tuttavia nell’opinione pubblica il comico francese, in nome di una malintesa libertà di espressione, ha trovato solidarietà in alcuni ambienti dell’estrema sinistra pro-palestinese, in quelli di un’estrema destra cattolica, negli islamici filoiraniani.  La decisione di vietare lo spettacolo non esprime una posizione unanime dell’amministrazione transalpina. Mentre il governo francese, attraverso il responsabile del dicastero dell’Interno, ha considerato lo show un comizio che incoraggia l’odio razziale, il sindaco di Nantes si era rifiutato di impedire lo spettacolo invocando il rispetto della libertà di espressione. Dieudonné  ha anche reso famoso il gesto della quenelle, che consiste nell’allungare il braccio destro verso il basso, mentre si appoggia la mano sinistra sulla spalla destra con il palmo aperto e le dita tese. Al gesto viene attribuito un significato antisemita. Dieudonné lo utilizzò per la prima volta sui manifesti diffusi in occasione delle elezioni europee del 2009 uando presentò una lista antisionista con Alain Soral, ex dirigente del Front National conosciuto per le sue teorie complottiste e per le posizioni radicali contro il femminismo, gli omosessuali e gli ebrei. All’epoca delle europee, Dieudonné disse al quotidiano Libération di essere molto felice “all’idea di trascinare la quenelle nel culo del sionismo e contro quelli che stanno in alto” (dal sito Lettera 43). Sicuramente la censura che ha colpito lo show ha giovato alla popolarità del comico. Da questo punto di vista il divieto, secondo alcuni, è stato un grave errore politico. La questione negli ambienti intellettuali francesi ha sollevato un generale dibattito sui limiti della libertà di espressione. È tutto lecito in democrazia? Sicuramente no. Certe parole e frasi, raccolte dalle menti sbagliate, possono creare odio, i cui effetti sono fuori da qualsiasi controllo. Per questo l’Antisemitismo manifesto, una ‘species’ del razzismo, può essere molto pericoloso e va inibito anche qualora fosse solo un timido germoglio della pianta del pregiudizio. Naturalmente è lecito pensare e dire in privato ciò che si vuole, ma, se in mezzo alla strada qualcuno istiga all’aggressione o peggio all’uccisione di un presunto nemico, si deve fermarlo e sanzionarlo. Forse il problema non è che ci sono troppi razzisti, ma che sono pochi gli antirazzisti. Per questo è necessario l’impegno di tutti per combattere i germi dell’odio. Roberto Rapaccini